Un lavoro ad alta quota 

Solo per cause di forza maggiore ho perso per tutti questi anni gli incontri annuali del nostro gruppo di assistenti di volo. Sono passati quasi 20 anni da quando un gruppo molto eterogeneo si è incontrato alla scuola di formazione. Devo dire che ci sono arrivato un po’ dubbioso. Non ero del tutto sicuro di cosa fare. L’unica cosa che mi era chiara era che dovevo sfruttare la mia facilità con le lingue, soprattutto la mia conoscenza dell’inglese, dopo aver vissuto due anni in Inghilterra per motivi di lavoro della mia famiglia.

Era un periodo in cui l’industria del trasporto aereo era in pieno svolgimento, con la comparsa di numerose compagnie low cost. E questo è stato uno dei motivi per cui ho deciso di scommettere di iniziare alla scuola di addestramento per assistenti di volo. Non che fosse, all’inizio, il sogno della mia vita, ma presto ho scoperto che poteva piacermi molto più di quanto pensassi, non solo come un buon modo per guadagnarsi da vivere, ma come una bella esperienza di vita.

Ed è che tutto questo è stato aiutato dal fatto di incontrare un magnifico gruppo umano. E non solo ragazze, come si tende a credere quando si parla di “hostess”, termine che non si applica più perché ha connotazioni un po’ fuorvianti. In ogni caso io non sono di quelli che si arrabbiano perché mi chiamano hostess, tutt’altro, perché la definizione della RAE indica che è una persona che aiuta e fornisce informazioni al viaggiatore, ed è quello che noi Fare.

Però è vero che ci occupiamo anche degli aspetti legati alla sicurezza, motivo per cui si è evoluto in assistente ed è, appunto, come si chiamava già la scuola di formazione per assistenti di volo quando ho iniziato a studiare, anni fa. 20 anni. Adesso, quando incontro la mia promozione, parliamo di come sono cambiate le cose, e di cosa ci si può aspettare in futuro, un settore che sta subendo cambiamenti radicali dopo la pandemia.

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